Autore:
Rampini Federico
Editore: Mondadori Genere: Politica Collana: Strade blu Anno: 2012 EAN: 9788804625186 Pagine 169 - 13x20 - brossura |
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Prezzo copertina: € 16,00 Sconto: 5% Prezzo: € 15,20 Risparmio: € 0,80 |
Se torno per qualche giorno in Italia, mi sento subito ingombrante. A 56 anni ho l´età sbagliata? Governi, imprese, esperti descrivono i miei coetanei come un costo. Guadagniamo troppo, godiamo di tutele anacronistiche, e quando andremo in pensione faremo sballare gli equilibri della previdenza. Per i trentenni e i ventenni, invece, siamo il tappo. Ci aggrappiamo ai nostri posti, non li facciamo entrare. Non importa se ci sentiamo ancora in forma, siamo già gerontocrazia. Nessuno trova una soluzione a questa crisi, ma molti sembrano d´accordo nell´individuarne la causa: il problema siamo noi, i baby boomer. Siamo nati nell´ultima Età dell´Oro, quel periodo (1945-1965) che coincise con un boom economico in tutto l´Occidente ed ebbe un effetto collaterale forse perfino più importante: l´esplosione delle nascite. Come se non bastasse, poi, lo straordinario allungamento della speranza di vita ci ha resi una delle generazioni più longeve. E di questa nostra inusitata sopravvivenza si parla quasi come di una sciagura annunciata, un disastro al rallentatore. Ma un evento individualmente così positivo - vivere di più - può trasformarsi in una calamità? No, noi baby boomer siamo un´enorme risorsa anche adesso che diventiamo pantere grigie. La sfida, di cui s´intravedono i contorni in America, è quella di inventarci una nuova vita e un nuovo ruolo, per i prossimi venti o trent´anni. Di rivoluzioni ne abbiamo già vissute tante. La nostra generazione larga va da quelli che hanno fatto il Sessantotto a quelli che finivano l´università quando cadde il Muro di Berlino. Protagonisti della prima società dei consumi e della prima era postindustriale, siamo stati la prima generazione antiautoritaria: individualisti di massa. Mai, fino ad allora, simili sconvolgimenti avevano investito la famiglia, il sesso, la religione. Abbiamo vissuto nel cuore della prima vera globalizzazione e abbracciato tutte le ondate delle innovazioni tecnologiche; siamo stati noi a sposare una musica generazionale e a inventare la gioventù come categoria politica. È per questo che ci rifiutiamo di invecchiare. Ed è per questo che ci sentiamo i più adatti a ridefinire anche le fasi successive. È nostra la nuova età adulta che si sta creando un varco, e diventerà un nuovo capitolo della vita di ciascuno. Da spendere sui luoghi di lavoro o nel volontariato, in famiglia o nell´esplorazione di terre lontane: con la possibilità di trasmettere un bagaglio di esperienze. Abbiamo ancora un lungo futuro da scrivere. Anzi: da digitare, magari sulla tastiera di un iPad. I Rolling Stones cantavano Time is on my side, il tempo è dalla mia parte, quando avevano vent´anni. E cantano ancora. Un antico proverbio afgano dice: Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo, un motto contro la frenesia occidentale. Qualche capello bianco insegnerà anche a noi a ridurre la velocità e a investire nella saggezza. La prossima puntata sta per iniziare.