Autore:
Rampini Federico
Editore: Mondadori Genere: Politica Collana: Strade blu Anno: 2013 EAN: 9788804633501 Pagine 166 - 13x21 - brossura |
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Prezzo copertina: € 16,50 Sconto: 5% Prezzo: € 15,68 Risparmio: € 0,82 |
La crisi economica scoppiata nel 2008 con il fallimento della banca d´affari americana Lehman Brothers sembra non avere fine, in Italia come nel resto d´Europa: nonostante i governi e gli economisti si arrovellino sulle misure da adottare, le aziende chiudono, la disoccupazione aumenta, i consumi crollano. E la responsabilità della recessione in corso è stata addossata, di volta in volta, al mercato dei mutui statunitensi - i famigerati «subprime» -, allo strapotere della finanza, al peso schiacciante del debito pubblico. Cambiando decisamente prospettiva, Federico Rampini non si chiede a «che cosa» imputare la colpa ma piuttosto a «chi», e senza alcuna esitazione afferma: «I banchieri sono i grandi banditi del nostro tempo. Nessun bandito della storia ha mai potuto sognarsi di infliggere tanti danni alla collettività quanti ne hanno fatti i banchieri». Dall´osservatorio privilegiato degli Stati Uniti, dove la crisi ha avuto inizio, Rampini racconta chi sono i banchieri di oggi, come abbiano potuto adottare comportamenti tanto perversi, assumersi rischi così forti e agire in modo talmente dissennato da provocare un´autentica Pearl Harbor economica, sprofondando l´Occidente nella più grave crisi degli ultimi settant´anni. E tutto questo, contando sempre sulla certezza dell´impunità. A pagare i loro errori sono infatti i cittadini dei paesi sulle due sponde dell´Atlantico, e il prezzo è altissimo: crescenti diseguaglianze, precarietà del presente, paura del futuro. È anche alle loro «piccole» storie che Rampini rivolge lo sguardo, le storie di chi deve affrontare ogni giorno i pesanti e spesso umilianti cambiamenti di stili e condizioni di vita indotti dalle spericolate manovre dell´«alta finanza». Perché, se le risorse impiegate per salvare gli istituti bancari sono immense, ben poco i governi hanno fatto per l´economia reale, sotto forma di crediti agevolati alle famiglie o alle imprese, che ne hanno bisogno per consumare, investire, assumere. Eppure, afferma Rampini, forse una via d´uscita da questo tunnel apparentemente infinito esiste, ed è quella indicata dal presidente Obama con il nome di «resilienza». Cioè la capacità di resistere agli shock, di risollevarsi e di ritrovare un equilibrio, indirizzando ogni sforzo verso l´attuazione di politiche che sappiano arginare gli «spiriti animali» del mercato e investire invece nell´istruzione, nella riqualificazione professionale dei disoccupati, nelle reti di protezione sociale, nella ricerca scientifica. Che è poi l´unico modo per insegnare alle nuove generazioni come crescere in un mondo destinato a un perpetuo squilibrio.